Arrivo a Frómista bel pomeriggio, in un’altra giornata di splendido sole. Siamo sempre a 800 m e la notte è fresca. Sembra che il nome della cittadina derivi dal latino Frumentum,
quivivonograzieall’agricoltura. Tutti i paesi e cittadine che incrocio nel Cammino, hanno un passato medievale prospero grazie ai pellegrini. Oggi ciò si ripete nuovamente e i comuni
possonorestaurareiloromonumenti grazie all’indotto economico dei pellegrini che aumentano di anno in anno.
Sono andata a leggere delle statistiche dell’Oficina de los peregrino. A maggio 2018 erano giunti a Santiago ben 40’665 pellegrini.
A Frómista si vedono per le strade quasi solo pellegrini a anziani. A dire il vero, davanti al bar vicino all’albergue dove alloggiavo, c’era un parco giochi dove giocavano alcuni bambini. La «
cittadina » ha circa 800 abitanti, la l’impressione é che i paesi sono disabitati, villaggi e cittadine fantasma.
Forse grazie a ciò molto è rimasto come 1000 anni fa, e questo meraviglia ogni volta.
Siccome il dolore alla spalla persiste decido di proseguire con i mezzi di trasporto fino alla Prosdima tappa, Carrión de los condes per poi rientrare e sospendere il cammino
Stazione di Frómista. Il treno, questa cosa rara